mercoledì 30 novembre 2016

SI DELINEA LA STRATEGIA RUSSA PER IL MEDITERRANEO


Il Generale Haftar visita Mosca di persona

ed ha un lungo colloquio col Ministro Sergei Lavrov!

Il Generale Khalifa Haftar, capo delle forze militari libiche fedeli al Parlamento legittimo in esilio interno nell'Est del paese si trova in questo momento a
Mosca dove ha avuto un lungo incontro con il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov.

Non é la prima volta che Haftar, che fu Capo di SM dell'Esercito di Gheddafi (prima di venire abbandonato in Ciad quando non gli riuscì di salvare il corpo di spedizione inviato dal Rais) cerca di sollecitare l'aiuto di Mosca, presentandosi come l'unico "player" che possa tenere la Libia unita (dopo avere sconfitto gli islamisti ikhwaniti che dominano la Tripolitania) ed allineata con l'emergente asse euro-asiatico.

Infatti a settembre aveva inviato una missiva personale a Vladimir Putin e Sergei Shoigu.

Nulla si sa di come essa venne ricevuta, la presenza di Haftar di persona a Mosca, però, potrebbe fare capire che un progresso nelle relazioni con la dirigenza russa sia effettivamente avvenuto.

Fino ad adesso Haftar può contare sul sostegno aperto e deciso del Presidente egiziano Al-Sisi, che in un suo recente discorso ha menzionato l'Esercito Libico (intendendo ovviamente le forze di Haftar) insieme a quelli Siriano e Irakeno come forze che vanno sostenute in tutti i modi nella loro lotta contro il terrorismo islamista wahhabita.


Libia: il generale Haftar oggi è a Mosca

Possibile apertura di una base russa a Bengasi


Il generale libico Khalifa Haftar, comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) attivo nelle regioni orientali del paese, si trova oggi a Mosca per la seconda volta in meno di sei mesi.
A colpire è soprattutto la tempistica della visita ufficiale: dopo l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e il recente allineamento dell'Egitto, grande sponsor di Haftar, lungo l'asse russo-siriano.
Al centro dei colloqui in Russia, secondo fonti d'intelligence del sito web informativo israeliano "Debkafile", la possibile apertura di una base militare russa sulle coste di Bengasi, il capoluogo della Cirenaica: una struttura dotata di unità navali ed aree ad appena 700 chilometri dalle coste d'Europa, "gemella" della base di Hmeymim, nella provincia di Latakia, in Siria. Lo stesso sito web - legato all'intelligence israeliana - ipotizza che il presidente russo Vladimir Putin possa offrire all'esercito di Haftar "aerei da guerra, elicotteri d'attacco, veicoli blindati, missili e supporto aereo nella lotta contro lo Stato islamico".
"Gli aerei russi di stanza presso la base di Hmeymim - ha spiegato il sito israeliano - sono in grado di coprire una distanza di 1.500 chilometri fino in Libia, mentre la portaerei russa 'Admiral Kuznetsov' è ancorata non lontano dalla costa mediterranea della Siria: entrambi sono quindi disponibili per operazioni a sostegno del generale libico".
L'inviato del governo italiano per la Libia, ambasciatore Giorgio Starace, ha detto ad "Agenzia Nova" che "non è la prima volta che Haftar si reca a Mosca: dal suo punto di vista è un'iniziativa comprensibile". Secondo Starace, inoltre, "è ancora troppo presto per fare analisi di questo tipo: bisogna ancora capire quale sarà la posizione di Washington, non solo sulla Libia".
Per Mattia Toaldo, analista sulla Libia dell'European Council on Foreign Relations (Ecfr) con sede a Londra, la visita di Haftar a Mosca ha una tempistica interessante: "Il fatto che sia andato adesso dimostra che Haftar vede nell'elezione di Trump la possibilità di avere con la Russia dei rapporti più diretti", ha detto l'analista italiano ad "Agenzia Nova".
Non solo: la visita di Haftar nella Federazione russa "arriva in parallelo all'annuncio della fornitura di aiuti militari al regime siriano di Bashar al Assad da parte egiziana", ha aggiunto Toaldo, sottolineando "un'ampia convergenza tra le posizioni di Russia ed Egitto".
Il Cairo, tuttavia, ha negato le voci diffuse negli ultimi tempi dalla stampa araba, secondo cui gli egiziani avrebbero stabilito una presenza militare in Siria. Eppure dopo il sostegno dell'Egitto alle risoluzioni russe sulla Siria al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, e le dichiarazioni di al Sisi a favore del regime di Damasco, in molti ritengono che si starebbe sviluppando un'asse tra Russia, Egitto, Siria e la Libia di Haftar.
"Dei tecnici militari russi sono già presenti in Libia: la domanda è se ci sono anche dei consiglieri militari: su questo le voci sono discordanti", ha aggiunto Toaldo. L’ambasciatore russo in Libia, Ivan Molotkov, ha spiegato che Haftar aveva incontrato lo scorso giugno il ministro della Difesa, Sergej Shoigu, per colloqui sul possibile invio di armi in Cirenaica.
Haftar, recentemente promosso "maresciallo di campo" dal parlamento di Tobruk, incontrerà oggi, oltre al titolare del dicastero della Difesa russo, anche il capo della diplomazia di Mosca, Sergej Lavrov, e diversi membri della Duma.
Secondo i media russi e libici, la visita è stata programmata su invito delle autorità di Mosca.
Così come durante il suo precedente viaggio in Russia di giugno, Haftar chiederà l’invio di armi russe alle sue forze armate. Lo scorso 12 novembre il portavoce di Haftar, colonnello Ahmed al Mismari, aveva detto in un'intervista ad "Agenzia Nova", che il 99 per cento degli armamenti in dotazione all'Lna sono russi. "Io stesso ho ricevuto la formazione militare in Russia negli anni Novanta, così come la maggior parte degli ufficiali dell'Lna.
I nostri tecnici addetti alla manutenzione si sono diplomati tutti nelle accademie militari russe", aveva detto ancora il colonnello libico. "Con la Russia abbiamo diversi contratti permanenti per la manutenzione e la fornitura di pezzi di ricambio.
Nel 2010 abbiamo firmato con Mosca anche altri contratti per la fornitura di armi avanzate, ma l'embargo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha fermato tutto".



Humor di Guerra: Le “Mistral” Egiziane,

Entrano in Azione Sotto il Comando Russo

Porta elicotteri Mistral

di Funny King

Se la guerra non fosse una tragedia di morte e sofferenza, le ultime notizie dal fronte siriano potrebbero fare sorridere !!!!
Se vi ricordate, fu motivo di imbarazzo e forte danno economico per la Francia, la questione delle Navi Mistral vendute ai Russi e in allestimento quando veniva posto l’intelligentissimo embargo.
Alla fine le “Mistral” armate a puntino (secondo specifiche Russe) furono girate all’esercito egiziano a prezzi di saldo.
Dopodiché la Francia, sotto la disastrosa guida Hollande, ha appoggiato e tutt’ora appoggia “operatori di pace moderati” e si fa Paladina della dottrina “Assad se ne deve andare”.
E ora… e ora le stesse Mistral vendute a prezzi di saldo all’Egitto sono in acque Siriane in appoggio di Assad e sotto il comando russo!!!!!!
Dai, Francamente una figura di merda, sesquipedale come questa, era difficile da fare anche per il campione di tutti i tempi : la “Pera” Hollande giannifantoni.
chapeau!
da Dedefensa.org

Siria: i terroristi crollano e l’Egitto entra nella lotta

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L’Esercito arabo siriano (EAS) e i suoi alleati hanno compiuto enormi progressi ad Aleppo nord, dove, come ovunque, i fronti terroristici crollano. La disunione nell’opposizione, riflesso della disunione tra i loro mandanti, ha sconvolto le loro tentate nuove iniziative. La campagna aerea russa in gran parte sulle retrovie dei “ribelli” ne ha diminuito le riserve di materiale e personale.
Un nuovo aiuto all’alleanza siriana arriverà presto dalle forze egiziane. Con le varie enclavi “ribelli” eliminate da combattimenti o accordi di pace, altre truppe siriane saranno liberate e disponibili per le nuove operazioni. La Turchia avrebbe ritirato i suoi piani su Siria (e Iraq). Con più forze a disposizione e sotto lo scudo aereo della Russia, solide nuove operazioni dell’EAS su Idlib, a nord, e su Raqqa, ad est, ora diventano possibili. Dopo la rottura del fronte jihadista nel nord-est della sacca di Aleppo, le difese sono crollate completamente.
I terroristi si sono dovuti ritirare da un terzo di Aleppo est occupata dai terroristi, che ora cedono rapidamente alle forze governative siriane. La ragione principale della sconfitta dei terroristi è, tadaaah, la “mancanza di ospedali”: “I rivoluzionari combattono ferocemente ma il volume dei bombardamenti e l’intensità dei combattimenti, i morti e i feriti, e la mancanza di ospedali, giocano un ruolo nel crollo di questa prima linea”, ha detto un capo di Jabhat al-Shamiya, uno dei più grandi gruppi che combattono contro Assad nel nord della Siria”. La distruzione dell’ultimo ospedale per gatti transessuali ad Aleppo con una bomba-barile termobarica nucleare, è stata la svolta della lotta. Credo sia la prima volta che una simile ridicola scusa propagandistica venga usata come scusa per la sconfitta.
In realtà, le forze siriane evitano perdite e usano la schiacciante potenza di fuoco per aprire la strada alla fanteria, demolendo ogni difesa che i “ribelli” possano porre, anche prima che i combattimenti inizino. Solo truppe coriacee e molto disciplinate potrebbero tenere tale linea sotto il fuoco, opponendo una vera resistenza. I “ribelli” no. Circa 1500 i civili fuggiti da Aleppo est presso l’EAS. (Nuovi rapporti parlano di 4000, dimostrando che i “ribelli” li tenevano in ostaggio). La propaganda USA/ONU su 200000-300000 civili ad Aleppo est si dimostra rapidamente una sciocchezza (e un pizzo) quale è da sempre.
Le aree liberate non hanno quasi civili. Come dimostrato a metà ottobre, il numero reale di persone ad Aleppo est era probabilmente 5000 terroristi (meno ora), metà dal nucleo di al-Qaida, e probabilmente 20000 civili, familiari dei terroristi. (E’ possibile che anche questo sia troppo sovrastimato). Ad est di Aleppo, i turchi puntavano su al-Bab, ma sono stati fermati da un attacco aereo siriano, coperto dai russi. I piani di Erdogan per un’entità filo-turca almeno su al-Bab, Raqqa e Manbij, vanno in fumo.
Eljia Magnier fornisce un’eccellente panoramica degli interessi dietro le azioni e gli eventi nella zona: Lo stesso giorno, ad un anno di distanza, la Russia ha la rivincita e ferma la Turchia alle porte di al-Bab. Nel sud della Siria, presso Damasco due più piccoli enclavi “ribelli” cedono e si accordano con il governo. I terroristi che promettevano di morire sul campo di battaglia hanno la possibilità di trasferirsi ad Idlib dove saranno poi eliminati (o da cui, probabilmente, fuggiranno in Europa). La sacca jihadista nel Ghuta orientale è stata ridotta nelle ultime settimane, riducendosi a una cittadina vuota ed alcuni villaggi.
Sarà eliminata nei prossimi giorni. Un tentativo dei jihadisti di aiutarla nel Ghuta occidentale è fallito: “Qalat al-Mudiq @QalaatAlMudiq, 03:49 – 26 novembre 2016. I ribelli hanno iniziato una nuova battaglia nella provincia di #Quneitra per rompere l’assedio del #Ghuta ovest. Bombardamenti protattivi sono in corso… (una grande “avanzata” e “successi” twittati)… Qalat al-Mudiq @QalaatAlMudiq, 06:53 – 27 novembre 2016. Battaglia terminata dopo disaccordi tra i gruppi coinvolti nella rottura dell’assedio del #Ghuta ovest e l’inizio dell’evacuazione da Qan al-Shaiq”.
I poteri egiziani, per lo più le Forze Armate, hanno scacciato i fratelli musulmani dal governo, che sostenevano i terroristi in Siria e in Libia e che andavano ulteriormente radicalizzandosi. La mossa dell’Esercito egiziano avveniva dopo che i sauditi l’avevano sollecitata, offrendo enormi aiuti economici al nuovo governo. I fratelli mussulmani erano visti come un pericolo da Riyadh.
Poi le priorità saudite sono cambiate, e i wahhabiti improvvisamente si sono alleati con gli ideologi della Fratellanza musulmana, e insieme alla Turchia dominata dalla fratellanza e il Qatar suo sostenitore, i nuovi governanti sauditi ampliano le operazioni per imporre regimi islamisti in Libia, Iraq, Siria e Yemen. La situazione è cambiata in Egitto. Turchia e Qatar sono diventati nemici, come i loro ascari in Libia. Quando i sauditi chiesero ufficialmente al governo al-Sisi di sostenere la Fratellanza musulmana, l’alleanza finì. I fratelli mussulmani sono il nemico dell’Egitto, non saranno mai più accettati comunque. Ed ha anche rotto con gli Stati Uniti che sostengono la Fratellanza mussulmana in tutto il mondo. Invece i rapporti amichevoli con la Russia sono stati rinnovati.
Cairo ritiene che l’insediamento di un qualsiasi regime islamista in Siria minacci l’Egitto. (Israele potrebbe facilmente trasferire i terroristi che supporta attivamente dalle alture del Golan siriane alla penisola del Sinai). Si ritiene inoltre che l’attuale regime saudita andrà a pezzi per le lotte interne nel 2017. Ora l’Egitto offre un aiuto serio alla Siria nel combattere i nemici. Poche settimane fa una delegazione militare egiziana di alto livello giungeva in Siria per discutere della partecipazione alle operazioni sotto il comando siriano e russo. Si sostiene che aerei ed elicotteri egiziani siano arrivati nell’aeroporto governativo siriana di Hama.
L’Egitto ha un grande esercito e l’accesso via mare alla Siria. Può e probabilmente invierà truppe di terra. La Francia aveva costruito le due Mistral per la Russia ma, per via delle sanzioni sull’Ucraina, non le fu permesso di consegnarle alla Russia. Alla fine, le ha vendute all’Egitto. Sono dotate di elicotteri ed elettronica russi, e forse opereranno con ufficiali russi a bordo. Ognuna può trasportare e sbarcare un battaglione completo di 900 uomini, con tutto l’equipaggiamento. Con le navi egiziane fare la spola tra Suez e Lataqia, una brigata di fanteria completa di supporto potrebbe giungere in Siria in pochi giorni. Gli elicotteri russi a bordo delle Mistral sarebbe di supporto aereo e la flotta russa nel Mediterraneo orientale le coprirebbe. Ciò porterebbe una brigata completa capace di combattere in modo coerente e autonomo.
Tale unità è più preziosa degli sciiti per lo più irregolari arruolati dagli iraniani nel sostenere la Siria, e che hanno bisogno di supporto logistico e del comando dall’Esercito arabo siriano. Gli egiziani possono, dato il compito, eseguirlo per conto proprio. Per ragioni geopolitiche (Canale di Suez) né USA né Turchia oserebbero toccarli. Vi sono attualmente 4000 iracheni e 4000 sciiti inviate dagli iraniani in Siria. 400 operativi del IRCG iraniano li coordinano. Hezbollah ha inviato circa 2000 forze speciali delle unità Ridwan. La Russia ha oltre alla componente aerea e di difesa aerea, elementi delle forze speciali e commando.
La forza egiziana di 4000 soldati non sarebbe enorme, ma sarebbe un buon esempio di lotta congiunta. Il sostegno politico che tale unità simboleggerebbe è certamente di maggior valore. La Francia, che febbrilmente supporta i terroristi in Siria, sarebbe completamente imbarazzata da tale mossa. Il mondo intero riderebbe delle sanzioni alla Russia se le Mistral “egiziane” sostenessero il governo siriano sotto il comando russo. Se ciò accadesse, l’operazione del governo siriano su Raqqa improvvisamente diverrebbe non solo possibile ma anche probabile.
L’Esercito egiziano ha una certa esperienza nella lotta ai terroristi nel Sinai. Non teme eccessivamente di fare vittime ed odia gli islamisti. Può facilmente rafforzare le proprie unità sempre per quanto necessario. Se l’Egitto è serio, lo SIIL a Raqqa è finito e il piano degli Stati Uniti sul “principato salafita” nel nord-ovest della Siria e in Iraq sarà sventato. Con tutto ciò e il presidente Trump che potrebbe ritirare il supporto ai terroristi in Siria, la fine della guerra è in vista. Anche se Qatar ed altri continuassero il sostegno promesso, i terroristi non avranno alcuna possibilità contro un’alleanza molto meglio organizzata intorno al governo siriano.
Il Consiglio europeo per gli esteri dominato dagli Stati Uniti ha pubblicato un nuovo documento sulla Siria per i governi dell’Unione europea: Il primo test di Trump sono la politica europea e l’assedio di Aleppo. Il sottotitolo recita: “Non vi è più alcuna reale speranza di deporre Assad. L’Europa deve invece lavorare molto per salvare qualcosa per il popolo siriano”.
Un titolo migliore sarebbe stato: come l’UE s’è rovinata e ha perso tutto seguendo pedissequamente la follia degli Stati Uniti e la sua opposizione ad Assad e Russia. L’UE è così disunita ed ottusa che non può nemmeno affrontare il ricatto dell’aspirante sultano turco. Bloccare tutti i crediti comunitari all’economia turca manderebbe in bancarotta il governo di Erdogan in pochi mesi. Putin ha mostrato come gestire il tizio.
Come mai nessuno a Bruxelles (e a Berlino) l’ha imparato?
 25-nov-2016-aleppo
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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