mercoledì 2 marzo 2016

FINE E CADUTA DELL'IMPERO €UROPEO




Fine e caduta dell'impero €uropeo:

seppellito da un'ondata di clandestini e di cattiva politica



La dilagante incapacità manifesta di governare la crisi dei clandestini investe le istituzioni, l’economia e le società €uropee: la U€ non riesce ad uscire dal pantano delle proprie contraddizioni.
Al disagio politico si aggiunge la crescente crisi di fiducia verso le istituzioni comunitarie e lo stesso progetto di Unione deprime lo spirito pubblico €uropeo.
Questa è la bomba che prima o poi disgregherà quello che poco e male si è riusciti a fare in €uropa.
La lunga pressione migratoria clandestina che sta mettendo in ginocchio l'€uropa è stata creata a tavolino ed è mirata a sfruttare organizzazioni criminali.
Il populismo razzista che sempre più dilaga nelle destre assesterà un colpo mortale all'idea stessa di €uropa.
Gli europei non riescono a capire che dalla politica degli interessi Usa, arrivano solo una lista di: tagli, divieti e sacrifici senza compensi.
Gli europei sono destinati all'estinzione: generano pochi figli e vivono come se il futuro non li riguardasse.
Hanno il morale fiaccato da misure antisociali, dalla crisi economica e dalla continua guerra in territori vicini.
Siamo vecchi, ci hanno convinto che siamo vecchi e dopo la vecchiaia viene la morte.
Questo è il conto che paghiamo perché siamo condannati a restare sottoposti agli Usa (Israele).
Il carattere oligarchico dell’impalcatura sovranazionale si è consolidata e si è comodamente  insediata nelle istituzioni della U€.
Si sono arrogati il potere di controllare i bilanci degli stati nazionali, hanno espropriato alle nazionali il potere di spesa ed esercitano il controllo su tutti i settori dell’economia.
La sua sovrastruttura autoreferenziale trasmette le direttive agli stati membri dell'unione e queste ultime non possono esercitare la loro gestione economica.
In secondo luogo, le stesse nazioni al loro interno hanno i fiduciari dell’oligarchia €uropea che manipolano le leggi ed i regolamenti in conformità con gli interessi di riferimento (leggasi legge Cirinnà).
Il decadimento culturale passato attraverso il mito della “società aperta, il relativismo culturale che cancella il tradizionalismo e l'annullamento delle identità nazionali, ci hanno portato a giustificare l’abbattimento di un regime, tanto a noi basta che ci dicano che è un regime anti-democratico!
I neo-conservatori Huntington, Strauss, Wolfowitz, Perle e Kristol (di origine israelitica) amano praticare un meraviglioso sport: la “guerra preventiva” e la “rivoluzione conservatrice”. Dando una occhiata alle Rivoluzioni "colorate" dei paesi dell'Est e del Nord Africa appare chiara la questione.
Le rivoluzioni eterodirette, spinte da forze esterne al paese stesso in cui si instaurano, di norma premono per un cambio del governo o perché geo-politicamente un paese nel caos può fare comodo.
Negli ultimi settant'anni gli USA, attraverso il suo apparato finanziario industriale e i suoi paesi satellite-anglosassoni hanno gettato nello scompiglio mezzo pianeta.




Un caso famoso è il movimento Otpor e la conseguente fine dell'era di Slobodan Milošević: il movimento ricevette ingenti fondi da organizzazioni governative affiliate statunitensi come il  National Endowment for Democracy (NED) di George Soros, l'International Republican Institute (IRI), e l'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID).
Nell'articolo del New York Times Magazine, il giornalista Roger Cohen fece luce sulla portata dell'assistenza logistica e finanziaria americana a Otpor dal settembre 1998 fino a ottobre 2000 in Serbia.
Questo progetto sostenne i gruppi che portarono al ribaltone del governo, attraverso mezzi pacifici e democratici.
Emerge che furono offerti insegnamenti agli studenti serbi: furono formati su come organizzare uno sciopero, come comunicare con i simboli, come superare la paura e come minare le autorità.
Generalmente si è portati a pensare che una rivolta è determinata da crolli economico-finanziari, da una insoddisfazione generale della popolazione e da uno stato di impoverimento importante.
La primavera araba del 2011 fu in effetti accompagnata da un’anomala ed ingiustificata impennata del prezzo del grano, alimento base nei Paesi a medio reddito.


Il mix esplosivo creato dall'aumento della popolazione, dai prezzi del grano e da una martellante attività di ONG "anglofone" (complici i media), hanno generato le famose "primavere arabe": rivolte di giovani che combattevano per migliori condizioni di vita.
La vera chiave di lettura di queste rivoluzioni colorate risiede nei media che hanno una capacità manipolatoria molto importante, in questi frangenti.
Purtroppo, come è andata a finire, lo abbiamo visto tutti per Tunisia, Siria, Egitto e Libia.
Gli Usa sostennero la dittatura di Mubarak in Egitto, ma sostennero anche i suoi detrattori.
Nella primavera araba egiziana, il movimento Kifaya e il Movimento Giovanile 6 aprile, furono supportati dal Dipartimento di Stato americano. 
Anche in questo caso riappare Otpor Canvas (Canvas è stata fondata nel 2003 da Otpor): i dissidenti egiziani furono in collegamento permanente con l’ambasciata USA al Cairo e furono addestrati al Centro Serbo per l’applicazione dell’azione non violenta e strategie.



Gli studiosi anglosassoni da decenni hanno legato le rivolte (civil unrest) a semplice scarsità di cibo, hanno deciso che le rivolte avvengono solamente quando la popolazione non ha più nulla da perdere.
Verissimo, potete leggere alcune pubblicazioni in merito  qui  e  qui .
Ma abbiamo anche visto che la situazione non è esattamente questa: malgrado tutto nei paesi nordafricani, prima delle rivoluzioni non si moriva letteralmente di fame.
Quali sono dunque i fattori determinanti e sfruttati in questi giochi geo-politici?

  • Il nemico: ogni rivoluzione che si rispetti deve avere un nemico, che può essere un nemico esterno che "domina" la nazione (come in Ucraina) o un "dittatore" che li schiavizza (Libia, Tunisia, Siria, Egitto).
  • Le ONG: il compito principale di queste organizzazioni non governative, pagate direttamente dal governo USA (Israele) tramite fondi neri o USAID, è quello di seminare malcontento, istruiscono i contestatori, organizzano ad arte le proteste e diffondono la “nuova” propaganda (come sta avvenendo in Venezuela e stanno tentando di fare avvenire in Bolivia ed Ecuador).
  • La propaganda: questa è fondamentale e promette migliori condizioni di vita, l'entrare nella NATO o nella comunità €uropea. Una accorta diffusione di propaganda può canalizzare le masse in pochi mesi.
  • La finanza: arma importante usata per rovesciare governi, per manipolare le materie prime come gran o e petrolio, per far traballare banche e altre istituzioni locali già in dissesto.
  • Denaro: serve per pagare i politici dell'opposizione e per finanziare i rivoltosi che tirano sassi e rimangono in piazza anche per mesi a fronteggiare la polizia (Venezuela e Brasile).
  • Le vittime: servono per far partire la rivoluzione. Hanno funzionato bene in Egitto, in Ucraina e nei Paesi Baltici.
La modulazione degli elementi sopra descritti porta alla nascita della rivoluzione, col risultato che si arriva velocemente a un cambio di governo, senza troppe vittime.
Ovviamente il risultato non è stabile, di norma dopo si innescano guerre civili o una nuova dittatura, magari ancora più sanguinaria come abbiamo visto in Egitto e in Ucraina.
Inutile ricordare che le elezioni che si svolgono in queste nazioni comportano omicidi, scomparse e arresti illegali di migliaia di persone.
Ricordate cosa succede a Kiev?

Attualmente queste teorie anglosassoni vengono utilizzate dai governi per il controllo della popolazione
Seguitemi passo a passo in questo labirinto e vedrete dove arriviamo alla fine.
La riduzione della popolazione, la disincentivazione alle nascite causata dagli oneri insostenibili per una famiglia per allevare dei figli, compare sui media in toni minori.
In questi tempi si mette in luce solo le lotte per i diritti dei "diversi", mentre le politiche di assistenza alle famiglie vengono tagliate.  
Sembra che vogliano dirci che gli immigrati clandestini sono la soluzione al calo demografico, vogliono convincerci che s'integreranno abbastanza bene.  
Il sempre venir meno del senso di appartenenza ad una nazione si va ad incastrare con una cultura che impone un maggior controllo sulle piccole comunità.  
Di fatto vengono esaltati i partiti politici che si occupano di "integrazione" e di "uguaglianza" mentre vengono demonizzati quelli che possono portare a pericolose derive "nazionaliste".
Il lavoro precario e malpagato allontana le persone dalla politica. 
La sanità e la previdenza è stata tagliata: questa è una soluzione win-win per i conti pubblici, infatti questa forma di risparmio porterà molti vecchietti a morire prematuramente, per mancanza di cure adeguate.
Nello stesso tempo l'integrazione €uropea appare in pericolo dalle singole iniziative delle nazioni, chiaramente impreparate a fronteggiare l'ondata dei migranti clandestini.
I numeri sono impietosi: in Grecia sono passate circa un milione di persone negli ultimi mesi, dirette verso il Nord €uropa.
Solo in Grecia, con una popolazione di cinque milioni e mezzo di abitanti.
E solo lo sforzo per sostenere questi clandestini mentre transitavano attraverso le isole greche ha messo in ginocchio il governo di Atene, già provato da una crisi economica infinita.
Nel mentre impazzano le polemiche per i "diritti civili" e le "coppie di fatto" altre nazioni cercano di chiudere le frontiere, per lasciare i profughi dove sono.
Nello stesso tempo altri paesi "al di fuori" della comunità €uropea, e chiaramente instabili, come la Turchia, ricevono miliardi di €uro per instaurare dei veri e propri campi di concentramento, in modo da impedire il flusso, mossa chiaramente inutile e dannosa, dato che il governo turco, prima ancora di costruire i campi ha già fatto la sua mossa:
-ne vuole 15 di miliardi, altrimenti riempirà l'€uropa di clandestini-.
Cominciamo bene.
E non parliamo della Libia, altro argomento complesso, e dell'immane casino in cui i paesi €uropei, si stanno gettando, da tenere bene presente che i sionisti hanno imposto al governo italiano il comando del prossimo disastro di El Alamein ......
Le stesse tecniche utilizzate per causare rivoluzioni colorate sono state applicate in chiave economica nella nostra nazione.
Avete ancora voglia al tramonto di dire: “Domani è un altro giorno?”
Scritto a quattro mani da me, Nuke e Alessia.
deca
http://liberticida.blogspot.it/2016/02/fine-e-caduta-dellimpero-europeo.html




"Gli uccelli nati in una gabbia pensano che volare sia una malattia"

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