martedì 22 luglio 2014

TISA ovvero non una tisana ma una cicuta !!!




1) TISA, un altro trattato negoziato in segreto


La bomba che farà esplodere i servizi pubblici in tutto il mondo
 
Bruno Odent
 
Traduzione per Resistenze.org





 
Gli Stati Uniti, i paesi dell'UE ed una ventina di altri Stati, hanno intrapreso a Ginevra negoziati sul commercio dei servizi.

Caratteristica: queste negoziazioni dovranno rimanere segrete per cinque anni dopo l'approvazione


WikiLeaks è riuscita a sollevare in parte il velo sul loro contenuto.
Tutto dovrebbe restare totalmente segreto. Nulla deve trasparire dai negoziati sull'accordo sul commercio dei servizi (ACS) avviato due anni fa presso l'ambasciata australiana a Ginevra tra gli Stati Uniti, l'Unione Europea ed una ventina di paesi. Un vasto progetto di liberalizzazioni che colpisce i servizi pubblici fondamentali. (Renzi, ne sa niente?) Sono state adottate misure che assicurino la piena riservatezza delle discussioni, in un linguaggio degno di uno scenario da James BondI testi che stabiliscono il via dei colloqui sono stati "classificati", come da gergo usato spesso per i dossier segreti della difesa. Essi devono essere "protetti da ogni divulgazione non autorizzata" e memorizzati in un sistema informatico esso stesso classificato e mantenuto "in un edificio o in un luogo chiuso" sotto stretta sorveglianza. L'obiettivo dichiarato è che nulla deve trasparire sul contenuto di questi negoziati "fino a cinque anni dopo la conclusione dell'accordo" o dalla fine dei negoziati se questi  non saranno conclusi. (bildeberg e massoni insegnano)

Questo ignorando l'abilità degli informatori di Wikileaks, che sono riusciti a recuperare una parte dei testi superprotetti.

Così, il 19 giugno, è stato pubblicato sul loro sito web il trattato in preparazione sui i servizi finanziari: https://wikileaks.org/tisa-financial

Queste rivelazioni sottolineano, di fatto, l'ampiezza dell'offensiva iniziata da Washington, seguita dagli Stati membri dell'Unione Europea, per consentire alle multinazionali di accumulare, quando sarà il momento, il commercio dei prodotti finanziari così come di tutti i servizi nei grandi mercati transatlantici e transpacifici, le cui negoziazioni, procedono a loro volta nella massima discrezione.

Aggirare le resistenze popolari e i refrattari al WTO


I colloqui segreti per raggiungere un accordo sul commercio dei servizi (ACS) sono iniziati nel 2012 ed i loro promotori intendono fare tutto il possibile per completarli prima della fine del 2015. Essi sono progettati di fatto per superare l'ostacolo costituito dalle resistenze delle forze progressiste, dei movimenti sociali, dei sindacati e di vari paesi in via di sviluppo sulla conclusione di un accordo globale sul commercio dei servizi (AGCS) nell'ambito dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).

Data la paralisi del processo multilaterale avviato nel 2001 nel quadro del ciclo di Doha dal WTO, un gruppo di paesi ha deciso, sotto l'impulso degli Stati Uniti e degli Stati membri dell'UE di aprire, due anni fa, una negoziazione parallela.
Detto in altro modo: ripudiato democraticamente e pertanto messo alla porta, l'AGCS potrebbe quindi rientrare dalla finestra sostenuto da circa 50 governi.

Gli autoproclamati negoziatori sperano di fissare norme in un quadro multilaterale, in modo che esse siano imposte nel lungo termine come unico riferimento internazionale. Evidentemente puntano sul loro peso economico - insieme rappresentano circa il 70% del commercio mondiale – per reclutare, infine, i paesi recalcitranti del WTO corto-circuitati. La posizione geografica dei negoziati è stata semplicemente spostata di alcune vie a Ginevra, passando dalla sede del WTO all'edificio dell'ambasciata dell'Australia, paese interamente dedicato alla liberalizzazione.

Principale fonte di ispirazione del gruppo: gli "esperti" della "coalizione globale dei servizi" (GSC) all'interno della quale si trovano, dal lato statunitense i giganti del settore (bancario, internet, energia) e altri, dal lato europeo il MEDEF [1] e il peso massimo francese Veolia [2]. 



Il documento diffuso da Wikileaks, che corrisponde ad estratti della negoziazione del 14 aprile scorso, indica la forzatura destinata a banalizzare il commercio dei prodotti finanziari, come se nulla abbia causato la devastante crisi verificatasi solo sette anni fa.




Scambi finanziari, il ritorno del delirio

Le norme contenute nell'appendice del testo segreto dedicato al commercio dei prodotti finanziari sono volte primariamente a restringere la capacità di intervento pubblico e fissano apertamente come obiettivo un modello "autoregolatore" della finanza. 

Gli Stati firmatari del futuro ACS praticamente non saranno quasi mai autorizzati ad approvare leggi che possano limitare le transazioni transfrontaliere (articolo X 3.2.).

In nome della libera concorrenza ai "monopoli di Stato in materia di fondi pensione" - traduzione: i sistemi pubblici di sicurezza sociale - saranno, nel tempo, smantellati. Anche "l'assicurazione per calamità naturali" non dovrà più operare sotto il controllo pubblico.

L'approvazione dell'autorizzazione dei prodotti finanziari innovativi è richiesta (articolo X 2.1.). E' noto quanto il lassismo organizzato su di essi ha alimentato la bolla finanziaria scoppiata sette anni fa. "I CDS (Credit Default Swap), che sono stati considerati come prodotti innovativi, sono stati al centro della crisi" (ricordate la Lanzillotta? era una pusher dei CDS agli enti locali), ha giustamente osservato Jane Kelsey, Professore Università di Auckland, in Nuova Zelanda, sul sito WikiLeaks.

Le aziende Internet statunitensi stanno spingendo per trasmettere senza un vero controllo i dati dei loro clienti.

Questi sono in particolare presentati nei sistemi chiamati "clouds" (nuvole) che permettono di archiviare documenti al di fuori del disco rigido del computer. Questa informazione, dal giorno della sua rivelazione da parte di Wikileaks, il 19 giugno, ha portato ad una forte reazione nella stampa tedesca in cui le rivelazioni di un altro informatore Edward Snowden sullo spionaggio di massa praticato dalla NSA (National Security Agency), con la complicità dei giganti di Internet statunitensi, avevano già provocato molte preoccupazioni nell'opinione pubblica.

Privatizzazioni interdette

Le linee guida del testo segreto stabiliscono che le società straniere non possono essere vittime di un trattamento "discriminatorio".
Detto in altro modo: esse devono avere accesso al mercato dei paesi firmatari esattamente nelle stesse condizioni delle imprese locali, che forniscano o meno un servizio pubblico alla popolazione.
Quindi, un gigante della fornitura d'acqua o di gas, come le francesi Veolia e GDF Suez, non avranno solo il diritto di stabilirsi in mercati terzi.

Essi potrebbero anche far valere una clausola in relazione alla concorrenza per esigere di beneficiarsi di sovvenzioni di un importo pari a quello versato dallo Stato per il servizio pubblico d'acqua o di energia.

Allo stesso tempo, il ritorno ad una nazionalizzazione di un servizio pubblico privatizzato, anche se fosse parziale, sarebbe assolutamente vietato agli Stati firmatari in nome delle garanzie fornite agli investitori, al fine di promuovere, si spiega, la fluidità degli scambi.
Quindi sarebbe impossibile una ri-municipalizzazione dell'acqua […]

Istruzione, sanità, trasporti, nulla sfuggirà all'appetito privato

L'ACS dovrebbe essere applicato a tutti i settori in grado di fornire un servizio su scala internazionale. Secondo il Public Services International (PSI), che riunisce 669 sindacati di tutto il mondo, comprende un vasto campo: fornitura transfrontaliera (modalità 1 dell'ex-AGCS) - come la telemedicina, la formazione a distanza o le scommesse Internet - turismo (modalità 2 dell'ex-AGCS), gli investimenti diretti esteri con i principi e le conseguenze che abbiamo appena esposto (modalità 3 dell'ex-AGCS). […]
Salute, istruzione, trasporti, nulla scapperà a questa logica che accelererà in dimensioni senza precedenti la liberalizzazione dei servizi pubblici, secondo una logica di scrematura da parte del capitale privato in difficoltà nell'acquisire nuove risorse nella fase attuale della crisi in cui le opportunità si contraggono.

Il capitale privato cerca di monopolizzare i settori finanziariamente più promettenti. Così i ferrovieri francesi hanno percepito perfettamente la minaccia che potrebbe portare ad una polarizzazione degli investimenti privati ​​sulle linee più redditizie, a scapito delle decine di cosiddette linee secondarie, quindi posti di lavoro, che sarebbero destinate a scomparire. Il 4° pacchetto ferroviario della Commissione europea non è certamente un trattato segreto in fase di negoziato. Ma non per questo adotta una linea meno devastante per il futuro dei servizi pubblici […]

[1] Medef: confederazione padronale francese.
[2] Veolia: transnazionale della fornitura d'acqua.



2) Peggio della Tasi, arriva la Tisa: quando il contrario di “pubblico” è “segreto”

 
di  Marco Bersani, Attac Italia


Nuova finanza pubblica.
TISA («Trade In Service Agreement»). E’ un nuovo trattato super segreto che riguarda i mercati del settore dei servizi. 
Lo stanno negoziando nel massimo silenzio Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell’Unione Europea, Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica.
Ci sono interessi enormi in ballo: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e produce il 70% del prodotto interno lordo globale.
Come se non bastasse il Par­te­na­riato Tran­sa­tlan­tico sul Com­mer­cio e gli Inve­sti­menti (TTIP), ovvero il nego­ziato, con­dotto in asso­luta segre­tezza, fra Usa e Ue per costi­tuire la più grande area di libero scam­bio del pia­neta, rea­liz­zando l’utopia delle mul­ti­na­zio­nali, un nuovo attacco ai beni comuni, ai diritti e alla demo­cra­zia è in corso con il TISA («Trade In Ser­vice Agree­ment»), un nuovo trat­tato, della cui esi­stenza si è venuti a cono­scenza solo gra­zie ai «fuo­ri­legge» di Wikileaks..
Si tratta –per quel che sinora è fil­trato dalle segrete stanze– di un nego­ziato, che riprende in molte parti il fal­lito Accordo gene­rale sul com­mer­cio e i ser­vizi (Agcs), discusso per oltre 10 anni e con duris­sime con­te­sta­zioni di piazza all’interno del Wto.
Fal­lito quello che doveva essere un accordo glo­bale, le grandi elite politico-finanziarie hanno da tempo optato per accordi tra sin­goli paesi o per aree, dove far rien­trare dalla fine­stra, gra­zie all’assoluta opa­cità con cui ven­gono con­dotti gli stessi, ciò che le mobi­li­ta­zioni sociali dei movi­menti alter­mon­dia­li­sti ave­vano cac­ciato dalla porta.
A sedere al tavolo delle trat­ta­tive per il nuovo trat­tato sono i paesi che hanno i mer­cati del set­tore ser­vizi più grandi del mondo: Stati Uniti, Austra­lia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell’Unione Euro­pea, più Sviz­zera, Islanda, Nor­ve­gia, Lie­ch­ten­stein, Israele, Tur­chia, Tai­wan, Hong Kong, Corea del Sud, Giap­pone, Paki­stan, Panama, Perù, Para­guay, Cile, Colom­bia, Mes­sico e Costa Rica.
Con inte­ressi enormi in ballo: il set­tore ser­vizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e pro­duce il 70% del pro­dotto interno lordo glo­bale; solo negli Stati Uniti rap­pre­senta il 75% dell’economia e genera l’80% dei posti di lavoro del set­tore privato.
L’aspetto più incre­di­bile di quanto rive­lato dai docu­menti in pos­sesso di Wiki­leaks è il fatto di come non solo il nego­ziato si svolga in totale spre­gio di alcun diritto all’informazione da parte dei cit­ta­dini, bensì sia pre­vi­sto, fra le dispo­si­zioni con­te­nute, l’impegno da parte degli Stati par­te­ci­panti a non rive­lare alcun­ché fino a cin­que anni dopo la sua approvazione!
Una nuova ondata di libe­ra­liz­za­zioni e di pri­va­tiz­za­zione di tutti i ser­vizi pub­blici si sta dun­que pre­pa­rando e, non a caso, la prima tappa di que­sta trat­ta­tiva – avve­nuta nell’aprile scorso e finita nelle prov­vi­den­ziali mani di Wiki­leaks — ha riguar­dato la libe­ra­liz­za­zione dei ser­vizi e pro­dotti finan­ziari, dei ser­vizi ban­cari e dei pro­dotti assi­cu­ra­tivi: non sia mai che la crisi, pro­vo­cata esat­ta­mente dalle ban­che e dai fondi finan­ziari, rimetta in discus­sione la totale libertà di movi­mento e di inve­sti­mento dei capi­tali finan­ziari in ogni angolo del pianeta.
Per quel che si è riu­sciti a sapere, pro­prio in que­sti giorni si sta svol­gendo un secondo incon­tro ed è asso­lu­ta­mente evi­dente come ad ogni tappa verrà posta l’attenzione su un set­tore di ser­vizi, fino a com­pren­derli tutti: dall’acqua all’energia, dalla sanità alla scuola, dai tra­sporti alla pre­vi­denza.
Un mondo da met­tere in ven­dita, attra­verso la trap­pola del debito pub­blico e le poli­ti­che di auste­rità, attra­verso il TTIP e il TISA, per per­met­tere al modello capi­ta­li­stico di uscire dalla crisi siste­mica, con un rilan­cio dei mer­cati finan­ziari, che, dopo aver inve­stito l’economia, ora hanno pun­tato gli occhi sulla società e la vita, sui diritti, i beni comuni e la natura.
Per farlo, devono sot­trarsi ad ogni ele­men­tare regola di demo­cra­zia e rifu­giarsi nella segre­tezza: ma come i vam­piri della notte non reg­gono la luce del giorno, così i piani delle elitès pos­sono essere scon­fitti da una capil­lare infor­ma­zione e da una ampia e deter­mi­nata mobi­li­ta­zione sociale. È ora di muoversi.

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