mercoledì 19 febbraio 2014

IL MIRACOLO ECONOMICO DELLA POLONIA SI DEVE ALLA SUA MONETA NAZIONALE

 ''IL MIRACOLO ECONOMICO DELLA POLONIA (CHE VA ALLA GRANDE) SI DEVE ALLA SUA MONETA NAZIONALE'' (LO SCRIVE LIMES!)



''IL MIRACOLO ECONOMICO DELLA POLONIA (CHE VA ALLA GRANDE) SI DEVE ALLA SUA MONETA NAZIONALE'' (LO SCRIVE LIMES!)

 
lunedì 17 febbraio 2014

Tratto da Limes, rivista notoriamente orientata a sinistra: "Per capire l’eurocrisi conviene studiarla dalla Polonia".

Un paese di quasi 40 milioni di abitanti, alla frontiera orientale della Nato e dell’Ue, integrato nel sistema economico tedesco senza condividerne la moneta.
In vent’anni, i polacchi hanno prodotto un miracolo: il reddito medio pro capite è passato da un quarto alla metà di quello tedesco; il tasso di crescita è stato mediamente di tre punti più alto che in Germania; solo l’economia della Polonia, fra quelle europee, ha evitato la recessione prodotta dalla crisi mondiale del 2007-2009, continuando a crescere, sia pure di poco, mentre l’Eurozona sprofondava.
Chiunque percorra le vie di Varsavia e delle principali città polacche, ricordando come fossero alla fine dell’èra comunista, resta colpito dal senso di relativo benessere, di vitalità e di efficienza.
Insieme alle privatizzazioni, al buon uso dei fondi di coesione europei, alla stabilità politica e macroeconomica con conseguente incentivo agli investimenti esteri, non c’è dubbio che la disponibilità di una moneta nazionale – dunque di un tasso di cambio flessibile – abbia alquanto contribuito al miracolo.
Ora che sperimentano i limiti della crescita, stimata sotto il punto percentuale nel 2013, e mentre il tasso di occupazione resta piuttosto basso, i polacchi guardano alla prospettiva dell’integrazione nell’area dell’euro con crescente scetticismo.
I sondaggi indicano una netta maggioranza contraria all’ingresso nell’Eurozona.
Lo sfogo di Angela Merkel durante il vertice europeo del 19 dicembre – “presto o tardi, l’euro esploderà, senza la coesione necessaria” – eccita a Varsavia il timore che abbandonando la propria moneta il paese possa finire nell’occhio del ciclone, in un’Eurozona a rischio disintegrazione.
I sondaggi sembrano indicare che alle elezioni europee di primavera e soprattutto alle politiche del 2015 Tusk possa essere battuto dalla destra di Diritto e Giustizia, contrario all’euro.

Limes

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